In Italia si registra il più forte aumento delle spese militari d’Europa occidentale. Lo confermano i nuovi dati appena diffusi dall’istituto SIPRI di Stoccolma (qui la tabella Excel), che mostrano un aumento (in termini reali) di oltre il 10 per cento della spesa per le forze armate nel nostro paese nel 2016 rispetto al 2015, a fronte di aumenti del 3 per cento in Germania e dello 0,6/0,7 per cento in Francia e Gran Bretagna. Un incremento maggiore anche rispetto a Stati Uniti (+1,7 per cento), Russia (+5,9 per cento) e Cina (+5,4 per cento), e che conferma quello stimato dalla NATO l’estate scorsa.

In termini di cifre, il SIPRI calcola per il 2016 una spesa militare italiana che supera i 25 miliardi di euro, distanziandosi fortemente dalle cifre calcolate dalla NATO e del Ministero della Difesa italiano (entrambi sui 20 miliardi). Molto maggiore anche il dato riguardante il rapporto spese militari/PIL, che per l’Italia, secondo l’istituto svedese, risulta nel 2016 superiore all’1,5 per cento, in linea con l’1,4 per cento calcolato dall’Osservatorio MIL€X, mentre per la NATO e la Difesa è all’1,2/1,1 per cento.

La tendenza in crescita per le spese militari italiane si conferma anche per il 2017, come mostrano i dati dell’Osservatorio MIL€X pubblicati nel Primo rapporto annuale sulle spese militari italiane, così come i bilanci previsionali del Ministero della Difesa.

 

Nota: le differenze tra i dati sono dovute ai diversi criteri di calcolo, che tengono conto o meno delle spese in armamenti a carico del Ministero dello Sviluppo Economico, di quelle per le missioni militari all’estero a carico del Ministero del Tesoro, del costo dei Carabinieri e delle pensioni del personale militare a riposo a carico dell’INPS. Il SIPRI tiene conto di tutte queste voci di spesa, in maniera analoga a MIL€X, che però non calcola le spese per i Carabinieri in funzione di ordine pubblico. 

 

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Articolo aggiornato e corretto il 26 aprile 2017 alle 11.04