Mercoledì 19 novembre la Commissione Difesa di Montecitorio sarà chiamata a dare il suo parere, con la solita fretta e superficialità, su altri tre programmi di riarmo tra i quali ce n’è uno degno di nota per la sua oscura dinamica di costi. Stiamo parlando del seguito del programma NEES (Nuovo Elicottero da Esplorazione e Scorta) relativo al nuovo elicottero da attacco dell’Esercito AW-249 Fenice, destinato a rimpiazzare gli AW-149 Mangusta in servizio dagli anni ’90.
Il programma, avviato quasi un decennio fa, prevede 48 nuove macchine prodotte da Leonardo con tutti i retrofit meccanici e informatici necessari per portare tutti gli elicotteri alla piena capacità operativa, i simulatori per l’addestramento e il supporto tecnico e logistico. Una prima fase del programma per l’acquisto dei primi tre elicotteri era stata autorizzata nel 2016 ad un costo di 487 milioni. La seconda fase, teoricamente conclusiva del programma, è stata autorizzata nel 2020, anno in cui il costo totale del programma era stato quantificato in 2,77 miliardi.
La seconda fase approvata nel 2020 prevedeva un costo di 2,28 miliardi: 680 miliardi già finanziati per una prima tranche di altri quattro elicotteri, il retrofit dei primi tre, il relativo supporto logistico per 5 anni e l’addestramento dei piloti e una seconda tranche da 1,6 miliardi per il completamento del programma (quindi altri 41 elicotteri) anch’essa approvata ma da avviare quando fossero state identificate le risorse disponibili “attraverso dedicati interventi di rifinanziamento” nelle successive Leggi di Bilancio.
Questa seconda tranche della seconda fase è stata parzialmente attivata con le risorse ad essa destinate nella Legge di Bilancio 2024: 645 milioni che hanno consentito alla Difesa di procedere con l’ordine di altri dodici elicotteri (e il retrofit dei primi sette) disposto con determinazione a contrarre n.103 del 28 giugno 2024. “L’impresa in oggetto – specifica la Determinazione a Contrarre (Dac) – trova copertura nell’ambito dei volumi complessivamente autorizzati dal decreto Interministeriale SMD 06/2020”.
Analogamente, avendo ricevuto con la Legge di Bilancio 2025 altri 1,35 miliardi destinati a questo programma, la Difesa avrebbe potuto procedere in automatico con una nuova Dac per completare quasi del tutto la seconda tranche della seconda fase per l’acquisizione dei 29 elicotteri rimanenti e il retrofit dei 19 già contrattualizzati.
Invece, per procedere con queste acquisizioni finali, la Difesa presenta ora alle Camere un nuovo decreto relativo ad una terza fase da 1,22 miliardi (già finanziati in Ldb 2025) prevedendo anche una quarta fase conclusiva da 656 milioni (non si sa per fare cosa) e di conseguenza un costo complessivo del programma che lievita a 4,65 miliardi.
Se la necessità di un nuovo decreto può essere spiegata con l’aumento del costo, non è chiara la motivazione della rimodulazione delle fasi e soprattutto cosa giustifichi questo aumento di quasi 1,9 miliardi, vale a dire del 68% rispetto alla previsione del 2020. Appare infatti difficilmente attribuibile al solo aumento dei costi o della durata, da quinquennale a decennale, dei contratti di manutenzione delle 48 macchine.
