Dall’inizio della XIX Legislatura sono stati presentati in totale dal Governo ben 67 programmi di procurement militare, per una spesa complessiva di quasi 24 miliardi

Il Ministero della Difesa ha trasmesso alle commissioni Difesa e Bilancio del Parlamento altri sette programmi di riarmo per un impegno di spesa pluriennale di 4,3 miliardi, di cui 1,2 miliardi nel prossimo triennio, portando così a 67 il totale dei programmi presentati da inizio legislatura per un impegno finanziario pluriennale di quasi 24 miliardi.

Spicca per onerosità il programma per l’ammodernamento “di mezza vita” e il supporto tecnico manutentivo delle otto fregate Fremm: 2,44 miliardi la spesa prevista fino al 2039. Parliamo di navi “nuove” entrate in servizio tra il 2013 e il 2019, ma che secondo la Marina necessitano di un “ammodernamento tecnologico evolutivo” attraverso la “risoluzione delle obsolescenze” e “implementazione di tecnologie emergenti”. Fincantieri e Leonardo i destinatari della commessa. Il programma ha già avuto ieri il via libera dalla commissione Bilancio di Montecitorio.

Seguono per volume dell’impegno finanziario pluriennale altri due programmi di ammodernamento della Marina, relativi alle unità subacquee. Uno è di fatto una modifica progettuale relativa ai quattro nuovi sottomarini U212NFS ancora in costruzione (la seconda coppia autorizzata dal Parlamento a maggio 2023) che riguarda l’istallazione di batterie al litio prodotte dalla Power4Future, joint venture tra Fincantieri e la britannica Faist Electronics. Impegnati 658 milioni fino al 2039, comprendente supporto logistico operativo fino al 2039. L’altro programma riguarda l’ammodernamento e il supporto operativo per i primi due sottomarini U212A classe Todaro (entrati in servizio nel 2006 e 2007) e gli ultimi due sottomarini classe Sauro (in servizio dagli anni ’90). Impegnati 361 milioni fino al 2034. Fincantieri e Leonardo i destinatari della commessa.

Altri due i programmi per la flotta navale, entrambi prosecuzioni di programmi già avviati nel corso di questa legislatura. Il primo riguarda la conclusione dei lavori di adeguamento ponte e software della nuovissima portaerei Trieste (consegnata alla Marina solo un anno fa e appena entrata in servizio (a fine ottobre) per consentirle di imbarcare i caccia F-35 a decollo verticale – cosa che si sapeva fin dall’inizio della sua costruzione nel 2018. La spesa prevista è di altri 122 milioni (oltre ai 50 già autorizzati a ottobre 2024) e i lavori sono condotti sempre da Fincantieri e Leonardo. Il secondo programma è volto a portare a termine, per un costo di 100 milioni (che si sommano agli 80 già stanziati a ottobre 2024), l’istallazione sulle navi della Marina dei radar e cannoni elettronici (jammer) anti-droni prodotti dal consorzio britannico Blighter/Chess Dynamics/Enterprise Control Systems. Anche questo programma ha già ricevuto ieri l’ok della Commissione Bilancio della Camera.

Per l’Aeronautica c’è il programma di acquisizione di altri 6 droni Reaper MQ-9A Block 5 dell’americana General Atomics e i relativi armamenti, a partire dai missili Hellfire e dalle bombe Paveway della connazionale Lockheed Martin. Impegno finanziario previsto: 578 milioni.

Per l’Esercito, infine, un programma da 158 milioni per l’acquisizione dei robot ruotati 6×6 “Viking” di Iveco Defence (ora Leonardo) e di altri veicoli speciali leggeri all-terrain: i quad MV850, i fuoristrada MRZR e le motoslitte Switchback, tutti prodotti dell’americana Polaris, e le moto da cross elettriche FX dell’americana Zero Motorcycles.

Il grande numero e la grande rilevanza (non solo dal punto di vista dell’impatto monetario, ma anche perché si tratta di interventi di ammodernamento o integrazione ad acquisizioni molto recenti) dimostra l’intenzione – già da noi evidenziata – della Difesa di far crescere in maniera cospicua le risorse destinate al procurement militare. Risulta ormai chiaro che l’enorme e storicamente mai visto prima aumento di spese per acquisizione di armamenti (ormai arrivato ad attestarsi attorno al 40% della spesa militare italiana complessiva) non è più garantito solo, come nel recente passato, dall’accesso ai cosiddetti Fondi pluriennali tramite cui la Difesa ha potuto pianificare la gestione di decine di miliardi di euro, ma sarà sempre di più coperto da quote di denaro decise annualmente con la Legge di Bilancio. Cifre che avranno una provenienza sia direttamente interna (creando dunque tagli conseguenti per altre voci di bilancio dello Stato) che internazionale, grazie ai piani di riarmo europei.

Ci troviamo di fronte a una fase storica in cui decine di miliardi di euro verranno riversati in contratti e commesse a favore di aziende a produzione militare sia nazionali che estere: con tale prospettiva in vista sarebbe perciò opportuno prevedere percorsi decisionali, di controllo, di definizione di scelte e priorità molto più trasparenti di quelli attuali. Sia a livello tecnico che a livello politico-parlamentare.

Clicca qui per la versione PDF della Tabella di quadro complessivo dei programmi d’armamento presentati e approvati nel corso della XIX Legislatura (aggiornamento 11 dicembre 2025)