Mentre USA e NATO rinnovano la pretesa che tutti gli alleati aumentino la spesa militare al 2 percento del PIL (obiettivo concordato al summit NATO tenutosi in Galles del 2014, che non ha alcun valore legale senza previa approvazione del Parlamento) bacchettando l’Italia per il suo “scarso” 1,1 per cento, i dati del primo rapporto annuale dell’Osservatorio MIL€X sulle spese militari italiane – presentato ieri alla Camera dei Deputati – dimostrano che il nostro Paese spende già l’1,4 per cento, esattamente la media dei Paesi NATO (USA esclusi), ma spende in modo irrazionale e inefficiente.

L’Osservatorio MIL€X sottolinea che l’obiettivo delle spese militari al 2 percento, concordato al summit NATO tenutosi in Galles del 2014, non ha alcun valore legale senza previa approvazione del Parlamento. Inoltre osserva che in tempi di austerity, chiedere agli alleati di spendere di più, invece che di spendere meglio, penalizza chi spende in modo efficiente e premia chi spreca denaro senza risultati. Un’assurdità che raggiunge il paradosso quando la NATO si congratula con la Grecia per la sua spesa militare, quando lo Stato greco è perennemente sull’orlo della bancarotta.

Dal rapporto MIL€X 2017 sulle spese militari italiane emerge che si continua a spendere troppo per il personale (soprattutto per ufficiali e sottufficiali, troppo poco per la truppa) e sempre più in armamenti “tradizionali” come cacciabombardieri, missili, carri armati e navi da guerra (+85 per cento rispetto al 2006), mentre mancano fondi per mantenere operativi mezzi e uomini e non si investe nella “difesa del futuro”, vale a dire la cyber difesa (con il paradosso di spendere miliardi in sistemi d’arma che possono essere messi fuori uso da un semplice attacco informatico).

Il rapporto contiene inoltre approfondimenti con notizie inedite e retroscena politici e industriali sui principali programmi di procurement militare italiano: dai cacciabombardieri F-35, alla nuova portaerei Trieste, ai nuovi mezzi corazzati dell’Esercito.

MIL€X 2017 ospita anche contributi di parlamentari di diversi schieramenti riguardo alla normativa in materia di controllo parlamentare sulle spese militari (armamenti e missioni), limitazione del potere della lobby militar-industriale, e impatto delle servitù militari.

Di seguito l’indice del Rapporto con i link alle sezioni pubblicate su questo sito:

INTRODUZIONE: SPESE MILITARI E DEMOCRAZIA
– DEMOCRAZIA IN PERICOLO
– “IN TEMPI DI ISIS…”
– DARE I NUMERI

ANALISI DELLE SPESE MILITARI ITALIANE
– NOTAMETODOLOGICA
– LA SPESA MILITARE ITALIANA

PRINCIPALI PROGRAMMI DI PROCUREMENT
– IL CIMITERO DEI CARRI ARMATI
– AEREO A SOVRANITÁ LIMITATA
– ALL’ARREMBAGGIO

NORMATIVA SULLE SPESE MILITARI
– IL “LODO SCANU”
– UN “GAO” ITALIANO
– PORTE GIREVOLI
– CYBER DIFESA
– EVITARE SPESE INUTILI
– SCARSA INFORMAZIONE