Entro l’11 settembre 2021 le truppe statunitensi e della NATO abbandoneranno l’Afghanistan, dopo venti anni di cosiddetta “guerra al terrore” scaturita dagli attacchi terroristici contro il World Trade Center di New York e il Pentagono. Una decisione sicuramente rilevante (definita “epocale” dal Ministro degli Esteri italiano) e che prenderà l’avvio dal 1 maggio 2021 con l’inizio del ritiro dei contingenti militari. Le parole del presidente USA Joe Biden sono state chiare: “Dopo, le ragioni per stare lì sono diventate sempre meno chiare. Non possiamo continuare a estendere il ciclo o aumentare la nostra presenza militare in Afghanistan sperando di creare le condizioni ideali per il nostro ritiro, aspettando un risultato diverso. Sono il quarto presidente americano a guidare la presenza di truppe americane in Afghanistan, due repubblicani e due democratici, non passerò questa responsabilità a un quinto”.

Lasciando ad altri contesti la valutazione sul risultato politico effettivo di questa decisione, soprattutto per quanto riguarda la situazione del Paese asiatico e la reale forza dei gruppi Talebani che sicuramente ritorneranno con forza al centro della scena per il Governo, è comunque utile valutare il costo finanziario della partecipazione militare al conflitto. Che è stata sicuramente l’azione di natura bellica più lunga cui l’Italia e i suoi alleati abbiano mai partecipato. L’Osservatorio Mil€x ha dedicato alla questione un’analisi approfondita con Report specifico, pubblicato nel 2017. Oggi realizziamo un aggiornamento dei conteggi fatti allora potendo stimare un esborso complessivo a tutto il 2020 di oltre 8,4 miliardi di euro. Con i costi di ritiro truppe che si concretizzeranno nel 2021 è molto probabile dunque che il totale supererà alla fine gli 8,5 miliardi.

Prima dei dettagli è utile e necessaria una premessa: calcolare in modo preciso ed esaustivo il costo finanziario di una campagna militare all’estero è complesso in quanto ai costi ufficiali “diretti” si aggiungono costi “indiretti” che non sono riportati esplicitamente nei documenti pubblici e che sono quindi impossibili da quantificare precisamente. Ci riferiamo a costi sistemici (acquisizione nuovi mezzi da combattimento e nuovi armamenti, aggiornamento sistemi d’arma esistenti in relazioni alle esigenze emerse nel corso dell’impiego in teatro operativo, ripristino scorte munizioni, addestramento specifico del personale e costi sanitari delle cure per i reduci feriti e mutilati) che l’apparato della Difesa e altre amministrazioni pubbliche devono sostenere per esigenze direttamente connesse alle operazioni in corso, ma che non figurano come tali e che quindi non sono computabili.

E’ comunque possibile valutare l’impatto finanziario sostenuto dall’Italia sul teatro Afghano a partire dal 2001, partendo dal costo ufficiale della partecipazione alle missioni militari in Afghanistan iniziate nel novembre 2001 (Enduring Freedom fino al 2006, ISAF fino 2014, Resolute Support dal 2015). Si tratta di 6,77 miliardi di stanziamenti diretti, che Mil€x ha elaborato a partire dai dati contenuti nei decreti di proroga delle missioni militari e successivamente dalle deliberazioni adottate dal Consiglio dei Ministri ai sensi della nuova disciplina prevista dalla legge quadro sulle missioni internazionali (legge 145 del 2016).

A questo costo ‘netto’ va aggiunto l’esborso di 720 milioni di euro a sostegno delle forze armate e di polizia afgane (120 milioni l’anno a partire dal 2015) e circa 925 milioni di spese aggiuntive relative al trasporto truppe, mezzi e materiali da e per l’Italia, alla costruzione di basi e altre infrastrutture militari in teatro, al supporto d’intelligence degli agenti AISE, della protezione attiva e passiva delle basi,alla protezione delle sedi diplomatiche nazionalI e alle attività umanitarie militari strumentali (CIMIC, classificate all’estero, con più realismo, come Psy Ops, cioè guerra psicologica: aiuti in cambio di informazioni). Tali spese generali sono state assegnate al dispiegamento in Afghanistan con una parametrizzazione effettuata sul numero di effettivi.

Si arriva così ad una cifra totale di 8.418 milioni di euro a fronte di un sostegno a interventi di cooperazione civile valutabile in circa 320 milioni di euro.

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