Alla vigilia di un nuovo dibattito parlamentare sul tema della vendita delle armi all’Ucraina da parte dell’Italia, l’Osservatorio Mil€x sulle spese militari italiane ha stilato un rapporto nel quale stima in oltre 450 milioni di euro la cifra complessiva messa a bilancio dal nostro Paese per “l’invio di sistemi d’arma all’Ucraina impegnata nel conflitto armato successivo all’invasione russa”. Nei prossimi due giorni alla Camera verrà sottoposta a tutti i deputati la mozione del Movimento 5 Stelle che vorrebbe impegnare il governo a “voler illustrare preventivamente alle Aule l’indirizzo politico da assumere in occasione di consessi di carattere internazionale riguardanti il conflitto Russia-Ucraina, compreso quello concernente l’eventuale invio di forniture militari”, oltre a spingere per l’ingresso in “una nuova fase di sforzi diplomatici”.

Per quanto riguarda il contributo per armare Kiev, si legge su Mil€x, è stabilito “in base al Reddito nazionale lordo” e “la quota di contribuzione annuale dell’Italia è quindi di circa il 12,5%“. “La modalità di erogazione fondi a copertura degli invii delle armi – spiega l’Osservatorio – rimane definita in base al controvalore degli armamenti secondo i meccanismi di funzionamento già stabiliti. Ciò significa che ciascun Paese può richiedere rimborsi Epf in base a quanto dichiara di aver inviato all’Ucraina: poiché però i controvalori dei materiali d’armamento spediti sono molto più alti del fondo comune già deciso la copertura non potrà essere integrale”.

Il riferimento è allo European Peace Facility, strumento di copertura scelto dal Consiglio Europeo visto che “i fondi militari sono esclusi dalle competenze specifiche dell’Unione, secondo i Trattati costitutivi”. Alla cifra di 450 milioni si arriva “partendo dall’unica cifra diffusa in qualche modo dal Ministero della Difesa il nostro Paese si dovrebbe vedere restituiti 75 dei 150 milioni spesi ma a fronte di una ‘quota Epf’ di circa 387 milioni di euro. Cioè un totale complessivo per le casse pubbliche che supera abbondantemente i 450 milioni di spesa”.

Da The Post Internazionale