Fincantieri ha già firmato a dicembre il contratto con l’Occar per il terzo U212NFS. La spesa complessiva del programma stimata tre anni fa (2,68 MD€ per quattro battelli) aumenterà per l’incremento dei costi di produzione.

Il Parlamento ha approvato l’acquisto di un terzo sottomarino U212 NFS da 674 milioni per la Marina Militare che verrà costruito da Fincantieri e sarà armato non solo di siluri ma anche di missili da crociera guidati (cruise) per sferrare attacchi in profondità contro bersagli terrestri.

La Commissione Difesa ed Esteri di Palazzo Madama ha votato parere favorevole questa mattina dopo che la Commissione Difesa della Camera aveva fatto altrettanto lo scorso 4 maggio. In entrabi i casi si è registrata l’astensione dei commissari cinquestelle.

Si tratta del previsto, ma non scontato, completamento del programma Near Future Submarine (NFS) concepito dalla Marina nel 2018 sotto il ministero Pinotti e avviato dal ministero Trenta allo scopo di rimpiazzare i quattro sottomarini classe Sauro degli anni ’80 ancora operativi dopo il disarmo dei quattro degli anni ’70, affiancando ai quattro nuovi sottomarini classe Todaro (U212 A) altrettanti sottomarini di terza e quarta generazione (gli U212 NFS appunto).

La prima tranche del programma NFS – autorizzata dal Parlamento nell’ottobre 2019 e contrattualizzata nel febbraio 2021 – riguardava l’acquisizione dei primi due sottomarini con relativo supporto logistico decennale per un costo di 1 miliardo e 350 milioni. La loro costruzione è iniziata l’anno scorso e le consegne alla Marina sono previste tra 5/6 anni.
La seconda tranche del programma prevede un terzo e un quarto sottomarino NFS, ma per quest’ultimo servirà un’altra specifica approvazione parlamentare (per ulteriori 659 milioni di euro).

Secondo le stime iniziali fornite dalla Difesa nel 2019 il programma sottomarini U212 NFS avrebbe avuto un costo complessivo – riferito anche al suo completamento con l’esercizio dell’opzione per la seconda coppia di battelli, il tutto comprensivo di supporto logistico decennale – di 2 miliardi e 350 milioni di euro. Cifra salita a 2 miliardi e 682 milioni l’anno successivo per “sopraggiunti aumenti dei costi di realizzazione”. Un aumento destinato a crescere ulteriormente, tenuto conto che la previsione di oggi è data “a condizioni economiche 2020” quindi con costi di produzione sicuramente inferiori a quelli odierni.

Questo nel merito. Nel metodo è doverosa un’altra osservazione: per questo terzo sottomarino, infatti, l’approvazione parlamentare arriva a posteriori invece che preventivamente, dato che le Commissioni Difesa sono state chiamate a fornire un parere certificando, di fatto, una decisione già formalizzata mesi fa con la firma del relativo contratto con l’Occar, l’organismo europeo per la cooperazione in materia di armamenti (altra scelta irrituale trattandosi di un programma solo italiano, fatta solo per promuovere il programma in ottica commerciale). Il contratto per il terzo sottomarino è infatti già stato siglato il 21 dicembre da Dario Deste, direttore generale della divisione navi militare di Fincantieri, e dal direttore di Occar Matteo Bisceglia.

Nonostante la notizia del contratto fosse stata resa pubblica dall’Occar e rilanciata dalla stampa specialistica, il dossier parlamentare relativo al programma riporta erroneamente “l’assenza di un atto contrattuale”.