Il 23 e 24 giugno al summit NATO che si svolgerà all’Aja, in Olanda, verrà rivisto il target di spesa fissato nel 2014 al summit NATO in Galles. E’ quasi scontato che verrà accettata la proposta del Segretario generale dell’Alleanza, Mark Rutte, di portare l’obiettivo delle spese militari propriamente dette dal 2% al 5% del Pil (3,5 in spese per la difesa e 1,5% in spese per la sicurezza) con un termine di sette o dieci anni. La proposta del governo italiano è di fissare il termine al 2035.
Salvo smentite dell’ultim’ora da parte dei revisori dei conti della NATO, l’Italia si presenterà all’appuntamento di fine giugno con l’obiettivo del 2% già conseguito, grazie a un salto di 9,7 miliardi rispetto all’1,54% del 2024. Un salto di natura esclusivamente contabile, realizzato conteggiando anche le spese correnti in ambito cyber, spazio, telecomunicazioni, mobilità militare e quelle per altri corpi militari come Guardia Costiera e della Guardia di Finanza (stipendi, pensioni, armi e mezzi). Ma se questo ricalcolo potrà essere bastato ad arrivare al 2%, il ministro Crosetto ha spiegato che per raggiungere i nuovi target sarà necessario reperire nuove risorse finanziare. Vediamo quante.
Partendo dal valore acquisito del Pil dell’anno scorso fornito dall’ISTAT (2.192 miliardi), considerando l’andamento del Pil nominale previsto per il triennio 2025-2027 nel Documento Programmatico di Bilancio del Ministero dell’Economia (rivisto al ribasso dalle recenti stime di Ocse e Istat per il biennio 2025-2026, che risultano invece allineate con la previsione DPB per il 2027) e ipotizzando che il tasso di crescita del 2027 (+2,6%) del Pil nominale si confermi negli anni successivi, questa è la proiezione di spesa anno per anno fino al 2035.
Raggiungere l’obiettivo del 5% in dieci anni significa passare dai 45 miliardi di oggi (35 in difesa e quasi 10 in sicurezza) a ben 145 miliardi nel 2035 (oltre 100 in difesa e quasi 44 in sicurezza), cioè oltre il triplo di oggi, con un salto di 100 miliardi (cifra che – per inciso – coincide con la stima fatta recentemente dal Sottosegretario alla Difesa, Matteo Perego di Cremnago): circa 66 miliardi in più per la difesa e 33 in più per la sicurezza.
Per arrivare gradualmente a questi livelli di spesa saranno necessari aumenti annui nell’ordine dei 9-10 miliardi (6-7 miliardi in difesa 3-4 miliardi in sicurezza) per un ammontare complessivo decennale di 100 miliardi di risorse finanziarie aggiuntive da investire (cifra cumulativa da non confondere con la stessa cifra citata sopra come differenziale di spesa annua tra oggi e il 2035). Tutto questo porterà l’Italia a spendere in totale, nei prossimi dieci anni, quasi mille miliardi di euro in difesa e sicurezza (quasi 700 miliardi in difesa e quasi 300 in sicurezza).
